Bailaora e Insegnante

“Il Flamenco è un potere misterioso che tutto il mondo sente e che nessuna filosofia spiega… un potere e non un modo di fare, una lotta e non un pensiero…non è questione di capacità, ma di stile vivente… non è nella gola, sale all’interno a cominciare dalla pianta dei piedi” (F.G. Lorca)

Manifesto

Che cos'è il flamenco ?...il flamenco è arte, espressione , comunicazione, impulso creativo, storia, poesia, ed è patrimonio di ogni persona che vuole avvicinarsi alla bellezza."

Di origini antiche, il flamenco fa parte della cultura spagnola della regione dell’Andalusia, nel sud della penisola iberica. È espressione di un mondo appassionato e affascinante, ricco di storia e di tradizioni, dichiarato nel 2010 Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’ UNESCO e ormai linguaggio di moltissimi artisti provenienti da paesi di tutto il mondo.

Le origini del flamenco sono molto incerte, a partire dall’origine del suo stesso nome. (La parola “flamenco” in lingua spagnola significa “fiammingo” e si riferisce probabilmente alla provenienza di alcune popolazioni gitane che arrivarono dall’Europa del nord sino in Spagna. Infatti,) si ipotizza che il flamenco sia stato generato dalla fusione di balli e musiche tradizionali dei nomadi (gitani), mori, ebrei e pakistani che si stanziarono nella regione andalusa, nei dintorni di Siviglia, nella zona di Jerez de La Frontera e Cordova ma anche le popolazioni nomadi provenienti dall’attuale Pakistan contribuirono ad arricchire la musica del flamenco, avendo attraversato un quantità talmente elevata di regioni dell’Oriente e dell’Occidente da aver raccolto e portato con sé una ricca mescolanza di realtà e tradizioni differenti tali da influenzare la cultura di questa regione spagnola. Essendo analfabeti, i nomadi tramandavano oralmente i loro usi, attraverso soprattutto rappresentazioni dal vivo di storie e costumi tipici. Mescolarono la loro lingua con gli idiomi locali, in questo caso col castigliano dell’Andalusia, l’ebraico e l’arabo. La musica subì un’evoluzione anch’essa, generando uno stile malinconico e ritmato.Le origini del flamenco quindi si perdono nella notte dei tempi, aumentando così il fascino misterioso di un’arte  sensuale ma al tempo stesso disperata.Dalla sua nascità, circa nell’anno 1850, l’arte del flamenco faceva solo parte della vita domestica e si esercitava a casa per un pubblico riservato, non esistevano gli artisti professionali. Nel ‘900 il flamenco viene rappresentato in locali pubblici chiamati tablaos e nascono i Cafè cantantes, il flamenco trova una sua collocazione pubblica. Dagli anni 50 comincia un’importante ascesa dell’arte flamenca. Negli anni 70 due artisti che collaboravano tra loro hanno il merito della popolarità del flamenco di qualità, modernizzandolo e rendendolo accessibile al largo pubblico in modo così sensibile da non abbassare il suo valore artistico, ma piuttosto da elevarlo. Sono il cantante José Monge Cruz (El Camarón de la Isla) e il chitarrista Francisco Sánchez Gómez (Paco de Lucía).

Il flamenco è composto di tre elementi principali:baile (il ballo), cante (il canto)e il toque (il suonare la chitarra). All’inizio di tutto il flamenco era un canto e ai cantaores ( cantanti di flamenco) veniva affidato il compito sociale di raccontare, esprimere, dilettare. Dare corpo alle letras ( i versi dei canti flamenchi) fu un passaggio naturale e la danza si inserì con successo come forma espressiva del flamenco. In origine la chitarra (“toque”) non era presente nelle musiche che accompagnavano la danza costituite principalmente dal solo canto e venne introdotta all’inizio del Novecento e riscosse un grande successo, caratterizzando ancora di più uno stile già ritmato. Tra le mani i ballerini di flamenco possono tenere alcuni strumenti come le nacchere (“castañuelas”), il ventaglio (“abanico”) e lo scialle (“manton”) che esaltano il movimento elegante e lento delle braccia, in contrasto con il ritmo incalzante dei colpi dei piedi sul suolo (“zapateado”). Per le donne gli abiti sono sgargianti e spesso arricchiti  da lunghi strascichi (“bata de cola”) da far volteggiare nello spazio allungando così all’infinito la sinuosità del corpo e le note del canto.

Ai giorni nostri il flamenco conosce vive un’epoca di successo senza precedenti. Diventa popolare sempre di più in tutto il mondo. La musica e anche il ballo sono l’oggetto dell’interesse di artisti che fanno nascere fusioni, collaborazioni, sperimentazioni.

La bellezza, l’attrazione, il valore artistico, la capacità universale di esprimere sentimenti ed emozioni comuni  hanno fatto sì che, come poche altre forme artistiche locali, il flamenco si sia diffuso lontano dalla frontiera del paese di origine. In tutto il mondo esistono le scuole di flamenco, nella Spagna meridionale si reca gente da tutto il mondo per imparare a ballare il flamenco, i teorici della musica esaminano le sue euritmie e i ritmi sofisticati, i letterati studiano poi la poesia plebea contenuta nei testi delle canzoni.

Francesca Stocchi

Il potere trasformazionale del flamenco

Nel baile flamenco ci sono degli elementi di autentico viaggio interiore, un viaggio nel proprio corpo e nella cultura di un popolo nomade e marginale che è diventato patrimonio mondiale dell’umanità

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